Registro delle Vigne del Soave, via al decreto della Regione: ecco i primi 25 “Cru”

I toponimi potranno essere menzionati in etichetta

SOAVE – Sono 25 le prime vigne del Soave, su un totale di 33 Cru – o meglio “menzioni geografiche aggiuntive” (Mga) – identificati dal Consorzio. Con decreto della Regione Veneto sono state istituite le vigne, uno strumento di valorizzazione previsto dalla legge 238/2016 (Testo Unico della Vite e del Vino) che prevede la possibilità di menzionare il nome della “vigna” in etichetta, per i vini che provengono da micro appezzamenti di grande valore storico per la Denominazione. Vini frutto di uve che vengono vinificate separatamente rispetto al resto della produzione aziendale.

Le vigne iscritte nell’apposito elenco regionale si chiamano Albare, Calvarino, Campo Le Calle, Casette, Cavecchia, Cengelle, Cervare, Colbaraca, Colle Sant’Antonio, Contrada Salvarenza vecchie vigne, I Tarai, La Rocca, Le Caselle, Monte Bisson, Monte Ceriani, Motto Piane, Pressi, Roccolo, San Pietro, Val Grande, Vigna della Corte, Vigne della Brà, Vigne delle Fate, Vigne di Sande.

Appartengono alla storia enologica di un territorio come quello del Soave che da più di 200 anni fa della parcellizzazione e della grande differenziazione tra suoli, altitudini ed esposizioni il suo punto di forza.

Si sta chiudendo un anno di grande lavoro per il Consorzio Tutela del Soave – sottolinea Sandro Gini, presidente del Consorzio – che ha visto il team impegnato sia sul fronte della promozione, soprattutto in Giappone e Inghilterra, sia su quello della tutela, intesa anche in senso ambientale/paesaggistico”.

“Il prossimo anno porteremo queste grandi novità in tutto il mondo con un progetto legato alla agricoltura eroica vulcanica assieme a partner internazionali. Siamo quindi pronti ad affrontare il 2020 con grande entusiasmo e una nuova bellissima storia da raccontare”, conclude Gini.

Non a caso il Consorzio ha preso parte, di recente a Budapest, capitale dell’Ungheria, a GoVolcanic 2019: primo summit internazionale organizzato in Europa con focus sui vini prodotti da terroir vuolcanico.

Si completa quindi un iter durato vent’anni dalle prime zonazioni effettuate nel Soave e che proprio nel 2019 si è concluso prima con l’introduzione delle 33 Unità Geografiche Aggiuntive e dopo con le “vigne”.

Una rivoluzione quindi per il comprensorio che vede valorizzata in maniera definita la produzione di premium wines nella denominazione, e che il consumatore potrà apprezzare direttamente sull’etichetta dei prodotti.

Premiato quindi il lavoro del Consorzio del Soave e di tutti i suoi produttori, che dai primi anni 2000 hanno fatto della valorizzazione del paesaggio un cavallo di battaglia e che attraverso progetti specifici di tutela stanno lavorando per migliorarlo e preservarlo.

Dopo il riconoscimento a Patrimonio Agricolo Globale della FAO sono stati attivati infatti diversi progetti di ricerca molto innovativi. In particolare Soilution System che affronta in modo sinergico le problematiche relative all’erosione del suolo e al dissesto idrogeologico.

Itaca invece prevede la realizzazione di impianti fissi per i trattamenti fitosanitari in vigne in forte pendenza. Altri progetti specifici di promozione prenderanno vita nel 2020, sia in Europa che nei Paesi Terzi, dove le Unità Geografiche Aggiuntive e le “vigne” saranno protagoniste del racconto del Soave.

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